Banche, in arrivo il nuovo emendamento dall’esecutivo: ecco cosa potrebbe cambiare sulla tassa sugli extra-profitti. Facciamo chiarezza.
La discussa tassa sugli extra-profitti degli istituti di credito subirà una revisione: un nuovo emendamento dell’esecutivo prevede che le banche possano destinare il contributo a rafforzare il patrimonio. Si tratterebbe di una valida alternativa al prelievo e ciò potrebbe finalmente soddisfare sia la Banca Centrale Europea sia tutto il comparto bancario. La soglia massima dell’imposta straordinaria è incrementata dallo 0,1% allo 0,26 percento dell’ammontare complessivo dell’esposizione al risk. L’importo totale non si riferisce all’attivo totale risultante dal bilancio bancario. I titoli statali sono oggetto di esclusione.
Il decreto Omnibus pubblicato in GU in data 10 agosto 2023 ha confermato ed introdotto la tassa sugli extra-profitti degli istituti bancari. La tassa è pari a 40 punti percentuali, ma con una soglia massima dello 0,1% del totale dell’attivo iscritto sul bilancio bancario. Questa è la tassa sugli extra-profitti della sua prima veste. Secondo le stime, la tassa sugli extra profitti bancari potrà consentire allo Stato di introitare un gettito superiore a due miliardi di euro.
Si tratta di risorse finanziarie che saranno utilizzate dallo Stato per ridurre l’Irpef e la tassazione per i lavoratori e per i datori di lavoro. Inoltre, questo plafond di risorse sarà utilizzato per implementare le misure e gli interventi in cantiere. Si tratta di interventi mirati che saranno inseriti nella prossima Legge di Bilancio. Come chiarito, tale imposta straordinaria è indeducibile dall’Irap.
Il prelievo extra per gli istituti bancari troverà validità al solo anno 2023 e il gettito sarà destinato al taglio delle tasse per le famiglie e le imprese ed agli aiuti per i mutui sulla prima casa ad uso residenziale. La tassa sugli extra profitti sarà determinante sulle entrate registrate in seguito all’incremento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea. La politica restrittiva intrapresa dalla Bce e il conseguente aumento del costo del denaro non ha prodotto un incremento del numero di risparmiatori che hanno investito sui conti deposito.
Un nuovo emendamento dell’esecutivo ha consentito alla tassa sugli extra profitti di cambiare volto, prevedendo che le banche possano optare per il contributo volto a conseguire il rafforzamento patrimoniale. Ciò rappresenta una valida alternativa al prelievo. Il tetto massimo della tassa si natura straordinaria sale dallo 0,1 percento allo 0,26 percento dell’ammontare totale dell’esposizione al risk. I titoli statali sono blindati ed esclusi.
Nonostante le paure ed i dubbi iniziali da parte delle banche minori, che temevano conseguenze negative sui bilanci bancari a causa del prelievo forzoso, alla fine si è giunti ad un buon compromesso e il nuovo emendamento proposto piace. Grazie al restyling della nuova norma sulla tassa sugli extra-profitti le perplessità espresse sul rischio dell’indebolimento patrimoniale vengono meno.
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