Quante tasse si pagano sull’assegno pensionistico Inps? Ecco come procedere al calcolo. Facciamo chiarezza.
L’aliquota Irpef di Regioni e Comuni e le imposte nazionali hanno un impatto determinante sul cedolino Inps. L’assegno previdenziale ha subito un incremento a seguito della perequazione monetaria, ma anche le tasse sono aumentate e pesano sul cedolino erogato. A partire dal primo gennaio 2024 ci sarà un ulteriore aumento degli assegni previdenziali Inps per effetto della rivalutazione monetaria, che tiene debitamente conto dell’aumento del costo della vita e della spirale inflattiva. L’adeguamento degli assegni pensionistici sarà comunicato a breve dal ministero del Tesoro, tenendo conto dei dati del trend inflazionistico. Le stime parlano di un sei percento di aumento perequativo, anche se non tutti i cedolini pensionistici Inps potranno beneficiare di una rivalutazione “piena”.
La normativa vigente prevede l’applicazione di sei fasce di rivalutazione monetaria in base al limite reddituale. A partire dal primo mese dell’anno sarà corrisposto un conguaglio pari a 0,8 punti percentuali, che deriva dalla differenza dell’inflazione preliminare e di quella definitiva, riferita allo scorso anno. Facciamo una stima di quante tasse incidono sull’assegno pensionistico Inps. Oltre all’Irpef, riducono l’assegno pensionistico anche le addizionali comunali e regionali. Ecco quante tasse si pagano sull’assegno pensionistico.
Oltre alla rivalutazione monetaria degli assegni pensionistici Inps, è necessario tenere conto delle trattenute fiscali che sono scaglionate in base alla fascia reddituale di ciascun pensionato. Incrementando l’ammontare dell’assegno pensionistico, aumenta anche l’ammontare di tasse sulla base imponibile. In buona sostanza, le trattenute fiscali pesano sui cedolini Inps di importo più elevato. Sul trattamento previdenziale Inps impattano diversi fattori, tra cui l’Irpef, che viene computata anticipatamente e viene detratta con cadenza mensile dagli assegni pensionistici. Alla fine dell’anno trovano applicazione i conguagli da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
A seguito della riforma fiscale, le trattenute per i pensionati ed i lavoratori a basso reddito sono state alleggerite. Mentre, le trattenute fiscali per le pensioni e le buste paga più elevate sono aumentate. Gli scaglioni Irpef sono stati ridotti a questi quattro: 23 punti percentuali per i redditi di importo inferiore a 15mila euro, 25 punti percentuali per i redditi inferiori a 28.000 euro, 35 punti percentuali per i redditi di importo inferiore a 50.000 euro e 43 punti percentuali per i redditi di importo superiore a 50mila euro. L’esenzione Irpef è fissata per i redditi di importo inferiore agli 8.500 euro.
Oltre all’Irpef, sull’assegno pensionistico pesano anche le addizionali locali, ovvero l’addizionale comunale e quella regionale. Si tratta di imposte che vengono introitate dalle Regioni e dai Comuni.
L’aliquota applicata varia in base al luogo di residenza. La base di computo è il reddito imponibile totale.
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