Dopo più di 3 anni, dal 1° ottobre cambia le regole in merito alla Smart Working. Vediamo cosa dovranno aspettarsi alcuni lavoratori italiani.
Se non si verificherà una proroga dell’ultimo momento, dal 1° ottobre le regole sullo smart working per i lavoratori fragili dovrebbero cambiare.
È la prima delle due scadenze previste e sembra che non ci saranno altre proroghe, visto che la situazione epidemiologica sta migliorando e le risorse sono poche.
La necessità di lavorare da casa per via della pandemia è finita, nonostante alcuni vantaggi del telelavoro in questi ultimi due anni siano evidenti, soprattutto per quanto riguarda i costi.
Le leggi che hanno obbligato le aziende a usare lo smart working per i lavoratori a maggiore rischio erano soltanto temporanee e legate alla situazione sanitaria.
Quindi, queste tutele verranno meno e dal 1° ottobre finiranno ufficialmente le disposizioni in merito allo smart working per determinate fasce di lavoratori.
La legge di conversione del decreto Lavoro ha stabilito che entro il 30 settembre le direttive inerenti i lavoratori fragili, ovvero quelli affetti da gravi patologie croniche o con compenso clinico scarso, devono essere definite.
Questi lavoratori, sia del settore pubblico che privato, possono usufruire del lavoro agile a prescindere se è compatibile o meno la mansione svolta.
La priorità è quella di limitare i contagi da Covid, con l’obbligo per i datori di lavoro ad attuare lo smart working e a preservare la categoria o area di inquadramento e la retribuzione.
La regola che permette ai lavoratori fragili di lavorare da casa è stata prorogata fino al 30 settembre, ma dal 1° ottobre potrebbero essere richiamati in sede.
Tuttavia, fino al 2023 i dipendenti fragili del settore privato possono continuare in smart working con una certificazione medica, a patto che la loro mansione sia compatibile con il lavoro a distanza e ci sia un alto rischio clinicamente motivato, come immunodepressione, risultati di terapie oncologiche ed età avanzata.
Coloro che hanno usufruito della modifica della mansione per lavorare in smart working dovranno tornare alla loro occupazione originaria, a meno che non ci siano accordi individuali con il datore di lavoro o regolamenti aziendali diversi.
I genitori di figli under 14 potranno continuare a lavorare in smart working fino al 31 dicembre se la loro mansione lo permette.
Nel settore pubblico, le regole sullo smart working dipenderanno dai Piani integrati di attività e organizzazione degli enti, ma anche in questo caso ci potranno essere accordi individuali.
Molti lavoratori stanno tornando a lavorare in presenza dopo la pandemia, e i datori di lavoro devono trovare soluzioni che tutelino la salute dei dipendenti e soddisfino le esigenze professionali. Insomma, non esiste più uno specifico obbligo di smart working.
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